Sento il ridacchiare di una voce,, giù da basso
Tutto si fa diverso, è venuto a trovarmi mio padre Giulio Eller.
Tra il dove e il tra, ha trovato il tempo, gli piace capitarmi addosso.
L’incontro tra un esilio e una terra vicina. L'intervallo tra una conferenza e l'altra.
Mi piace la sua figura che sale le scale.
Una leggera pigrizia preparerà un caffè poi parleremo di pace e di guerra
di disporre l’uguale ed il disuguale misura su misura.
Delle sintonie e delle distonie, allungherò sul dono della poesia
che assassina la consolazione
e lui mi parlerà del sangue dei martiri, quello rosso,
che cadeva di giorno e di notte.

Vanno gli uomini dagli uomini/ salgono dove le strade scendono/
e non ricordano dove sono nati / Come quando tutto è finito/
lasciano i colori e si avvicinano  / al limite del percepibile


Cade un discorso e Lui lo raccoglie,, ecco mi piace vedere un re chinarsi
e mi piace la complicità tra la visione e parola.
Come se non ci fossi mi domando sono Lui o l’altro Io.
Nello spazio interiore del mondo il mio amore eccede e lui mi sorpassa


.